lunedì 21 maggio 2012

Life Ball 2012: l'eleganza del Ventesimo anniversario dell'evento - Life & Style

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Speciale Cannes 2012: Fan Bingbing e Freida Pinto - Life & Style

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Jada Pinkett Smith a Cannes in Roberto Cavalli - Life & Style

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Trend moda uomo: le tinte pastello - Life & Style

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Le prima t-shirt da uomo firmate Karl Lagerfeld - Life & Style

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I trucchi dell'Hair Stylist: Copia i capelli di Kate Middleton - Life & Style

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La Terra Guerlaine si unisce con lo stile made in Italy firmato Pucci: nasce Terra Azzurra - Life & Style

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La nuova collezione gioielli My Dior: lo spot - Life & Style

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lunedì 14 maggio 2012

THE LOOK OF THE WEEK


VERY STREET STYLE

Una volta le mode e le tendenze venivano decise dagli aristocratici che promuovevano gusti e mode, oggi il più recente strumento per fare moda è basato sull'ispirazione che viene dalla gente comune ed è così che lo sgreet style oggi detta moda!


Lo Street fashion o street style, è la moda inventata e indossata dai giovani, piuttosto che dai designer di moda; non è altro che un look trendy visto per caso in strada e che subito diventa un cult, soprattutto per la velocità con cui viene copiato.
Street Style significa stile distintivo di una moda che però non bisogna confondere con la moda hip hop.
Prima di diventare uno stile di abbigliamento e di vita internazionale, fu adottato come moda urbana in Giappone. I giapponesi hanno cominciato a emulare la moda occidentale durante la metà del XIX secolo, quando gli abiti venivano personalizzati unendo nuovi trend e tradizione "vintage".
Lo street fashion giapponese comprende movimenti simultanei di moda molto diversi: per esempio, le Harajuku Girls hanno una moda di strada, Japanese Anime è il loro modo di vestire e serve a loro per mostrare la loro personalità e il loro amore per Japanimation e Manga. Insomma, lo street fashion diventa un modo per comunicare le proprie appartenenze sociali e affermare la propria individualità.
Lo street fashion, nasce innanzitutto dal cuore perchè è la più pura espressione dell'anima dell'individuo, perchè in esso ci individualizziamo ed identifichiamo; con lo streetstyle, nasce anche l'individuo che va oltre i dettami della moda.
Questa influenza è diventata vero e proprio status-symbol generazionale legato fortemente alle radici culturali della musica e della generazione suburbana. È passata dagli hippy ai teddy boy, per passare attraverso i punk e metallari fino ad arrivare alla moda gotica e hip hop. Ecco che le tendenze diventano atteggiamenti stilistici ben definiti e si intrecciano inevitabilmente agli stili musicali.

Anche nella cinematografia si vedono le influenze dello street-style: Ben Stiller anticipa il fenomeno che esploderà quasi 10 anni più tardi, producendo nel 2001 Zoolander, film-parodia del mondo della moda. Nella parte finale della pellicola, viene inscenata una sfilata dal nome "Derelicte" che prende ispirazione proprio dallo stile di strada di prostitute e vagabondi.
Nel 2010 nasce uno dei fenomeni più di rilievo, ispirato allo stile homeless e bohémien, che ha indirizzato gli stilisti a guardare le tendenze di strada; durante la settimana milanese della moda,  la stilista Vivienne Westwood ha inaugurato la collezione invernale dichiarando di aver disegnato tutta la sua collezione come se fosse una senzatetto. Da quel momento è iniziato un boom generazionale che si è evoluto fino a diventare quello stile urban chic che oggi tutte amiamo indossare per essere comode ma allo stesso tempo chic e femminili.


Per capirci bene, lo street style non è altro che l'affermazione del vostro stile personale, è l'arte di unire il gusto personale allo stile di vita: è un modo come un altro per migliorare il proprio stile aumentando l'autostima. Un pò come facevano le icone di stile  Marilyn Monroe e Audrey Hepburn che avevano il loro tocco magico che le ha rese uniche icone: loro sapevano che non avevano bisogno di avere uno sguardo o un aspetto oggettivamente alla moda, cioè assuefatto a qualche cliché o modello già creato, al contrario, hanno accentuato la loro personalità con uno stile unico vhe le contraddistinguesse. Marilyn Monroe aveva le curve e la personalità per creare quell’immagine femminile sexy per cui è anche diventata famosa. Audrey quella classe innata che poche persone possiedono. È vero, non c’entrano niente con lo street style, ma ci fa capire come è importante personalizzare la moda a favore dell’esaltazione della personalità.
In ognuno di noi c’è il desiderio di essere unici, ecco perché è di vitale importanza trovare il proprio stile personale e farlo emergere.
Creare il proprio stile di “moda” personale è un modo per mostrare alla gente chi sei realmente, quindi per esprimere te stesso. L'abito diventa espressione del nostro carattere e del nostro lifestyle.

Ed ecco come i trend da passerella vengono stravolti in favore di un mood più urbano ma vicino alla personalità femminile di tutte noi.


La copertina di oggi è per Massimo Rebecchi, che con le sue linee nitide e rigorose ci regala una donna assolutamente glamour, decisamente disinvolta e dal look metropolitan chic.
Il completo è ricercato nel design e d’impatto è l’insolita unione di dettagli sartoriali a un capo decostruito che dona vita a una proposta nuova e versatile, per un look attento e polivalente.
L’attenzione meticolosa ai dettagli è presente soprattutto nella ricerca dei materiali preziosi e la fluidità del modello lo rende chic ma senza perdere di funzionalità, rimanendo facilmente indossabile. 
L’estate di Massimo Rebecchi  vanta una leggera  influenza degli anni ’70, ma personalizzandosi con uno stile che può essere reinventato in ogni occasione; un mood che propone un mix and match di capi di ispirazione sartoriale a capi più divertenti, una combinazione di outfit più femminili con quelli più sportivi. Insomma in perfetto stile street-chic-style.

Look total jeans, come vuole l’ultima tendenza, per la donna i Blues (1) che ci suggerisce un look comodo ma raffinato soprattutto nella scelta unitaria del denim scuro; il look è semplice ma studiato e l’effetto finale è raffinato e casual-chic, i maxi bangles completano perfettamente l’outfit.

Le proposte 2 e 8 sono del brand E-GO’ che vuole la sua donna ricercata e unica, con un’allure romanticamente retrò. Lo stile è semplice e raffinato, la sovrapposizione di capi (8) o il gioco di appena accennate trasparenze (2) creano una personalità modaiola, grintosa e femminile anche con uno stile puramente street.

Manila Grace (3) ha quel non so che di Bon Chic Bon Genre che riesce ad adattare lo street style ad uno stile un po’ più bon ton.
La collezione si declina in pezzi di maglieria virtuosa e in jersey di lino, in camice in crepe e in t-shirt dalla raffinatezza sussurrata. L’outfit ha una forte identità stilistica tipica di Manila che rende lo stile molto chic e femminile.

Il Denim Leader mondiale “True Religion” (6) ci propone un look decisamente grintoso; sexy ma non aggressivo nè sfrontato. La donna che lo indossa è sicura di sé e ama mixare stili diversi creando un’eleganza unica, che la personalizza e le conferisce carattere, così da non sembrare mai banale, anzi unica. La semplicità e gli accessori neri, denotano comunque una ricercata e personalizzata eleganza.

Il look di Gotha (7) è fresco, giovane e pulito; l’ispirazione messicana è forte nella stampa della T-Shirt che unisce, così, l’etnico al look giovane e contemporaneo della moda street; la maglieria, è interpretata nella sua più intima essenza grazie a nobili lavorazioni: talvolta leggerissima come un soffio, realizzata con cotone finissimo per creare un effetto velato, è lavorata con punti maglia vintage style al tatto ma dalla vestibilità innovativa.

Gli accessori sono tutti Ash e suggeriscono quello che, di fatto, è la moda street di questo momento. Le borse sono maxi e le scarpe possono essere sia le vertiginose ed immancabili zeppe, sia le nuove e trendissime sneakers in suede con zeppa interna.
La collezione di Ash è un’irresistibile avventura negli anni ’70, quelli della voglia di libertà e trasgressione, di colore e cambiamento. Il brand riscopre il suo animo bohemien attraverso una collezione che ha le tinte, l’ironia e l’anticonformismo del movimento hippy. La donna Ash riafferma con grinta la propria emancipazione, innalzandosi su zeppe e tacchi vertiginosi. 



domenica 15 aprile 2012

ERRATA CORRIGE post MAXIMILIAN LINZ: PRESS FOR SUCCESS

Nella mia intervista a Maximilian Linz, ho scritto una incorrettezza sulla laurea honoris causa, rilasciata dalla Domus Academy:
Grazie alla sua visione futuristica sulla fashion communication e grazie all'esperienza sul campo, si è guadagnato la laurea honoris causa dalla prestigiosa scuola di moda milanese Domus Academy dove Maximilian Linz è docente e project leader in fashion comunication and events all'interno del master in fashion management diretta da Annagemma Lascari.
ERRATA CORRIGE
Grazie alla sua visione futuristica sulla fashion communication e grazie all'esperienza sul campo, Maximilian Linz è docente e project leader in fashion comunication and events alla prestigiosa scuola di moda e design Milanese DOMUS ACADEMY, all'interno del master in fashion management diretta da Annagemma Lascari.

In realtà volevo dire che grazie alla sua esperienza e visione futuristica la laurea honoris causa se la meriterebbe proprio e, in quanto professionista e consulente stile, affermo che è come se il mondo della moda gliela stesse donando riconoscendogli ruoli di grande rispetto.

THE LOOK OF THE WEEK


Una delle ultime tendenze della primavera -estate 2012 è la donna vista come vera e propria impersonificazione di leggendaria bellezza, immaginata come tale era nella sua versione più innocente e maliziosa: una meravigliosa ninfa che si muove sinuosa in lunghi abiti di chiffon e di voile di seta....vi viene in mente qualcuno? Si ragazze, proprio loro...le magiche creature di un lontano mondo incantato: le fate, esseri eterei e magici che hanno fatto innamorare uomini e donne melanconicamente romantiche.
Pronte ad intervenire nei casi umani a favore degli innocenti, le leggendarie fate riparano torti, vendicano offese e consegnano oggetti fatati.
Si dice che compaiano in occasioni speciali per segnare il destino nelle epoche solenni, come le nascite, le nozze o il capodanno.
La discendenza delle fate rivela che sono originariamente espressioni della terra Madre, ma il flusso della storia le ha fatte risalire poco a poco dalla profondità della terra alla superficie, dove, al chiarore della luna, diventano spiriti delle acque e della vegetazione; appaiono, infatti, spesso sulle montagne, vicino ai crepacci e ai torrenti.
In alcuni racconti legati al destino in culla, esse sono tre: due benefiche e l'altra malefica, quella che prevale segna il destino di ognuno di noi! Secondo alcune tradizioni bretoni, poi, alla nascita di un bambino,si dispongono tre coperti su una tavola ben apparecchiata per propiziarsi le fate.
Secondo l'Iliade, ancora, sembrano determinare il destino dell'eroe al quale appaiono, offrendogli una scelta da cui dipenderà l'esito malefico o benefico del suo viaggio.
Un’ultima credenza, nata dalla mitologia greca, narra di tre dee, figlie di Zeus, responsabili della vita dell’uomo; queste dee venivano chiamate parche e custodivano nelle loro mani in filo lunghissimo, prezioso e magico che rappresentava il destino degli uomini. Ogni giorno la dea più anziana lo tesseva con infinita cura e lo misurava con particolare attenzione mentre, la dea più piccola lo tagliava e quando venivano infastidite dal comportamento degli umani erano in grado di tagliarlo di netto e di aggrovigliarlo nel più fastidioso dei modi in modo da infliggere una giusta punizione alla razza umana.
Insomma, la fata è presente nei miti e nelle leggende di ogni paese e cultura.
Le prime fate appaiono nel medioevo come proiezione delle antiche ninfe, ma vengono per la prima volta ufficializzate verso la fine del medioevo e prendono l'aspetto classico delle dame dell'epoca, che indossavano ingombranti copricapi conici  e lunghi abiti colorati e morbidi. Le fate sono tutte di sesso femminile ed hanno le sembianze di una donna non molto alta e molto gracile dalla pelle chiarissima, quasi perlacea. Ogni fata indossa un abito di un unico colore che rispecchia la sua personalità; inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità (quasi ogni fata presenta infatti una parte del corpo bovina o caprina) e cappelli lunghissimi per sembrare più alte.
La loro indole tuttavia non è univocamente buona, oltre alla vanità ed all'egocentrismo che le distingue, sono fortemente permalose ed irascibili, un solo torto può scatenare la loro ira ed il loro dispetto può trasformarle in furie e può spingerle a lanciare maledizioni. Hanno quindi oltre ad un ruolo di premiazione anche un ruolo fortemente punitivo....Insomma, capricciose e donne fino in fondo!
Le fate hanno fatto da vero e proprio epicentro anche nella corrente artistica dei dipinti vittoriani; la "pittura di fate", fairy painting, è un particolare genere della pittura e dell'illustrazione vittoriana che si concentra sulla raffigurazione di fate e mondi incantati, con grande attenzione all'atmosfera e al dettaglio. Generalmente considerata una forma di escapismo, la corrente diventa un vero e proprio fenomeno culturale legato a opere di Shakespeare come Sogno di una notte di mezza estate ed alle fiabe.

Proprio per rimanere in tema di sogno, ho scelto, in copertina, una meravigliosa Laura Biagiotti la cui collezione è dedicata a Venezia, città magica e romantica per eccellenza, un insieme di arte e di vita, di mistero e magia per una donna alla ricerca di un’eleganza individuale. L'abito evoca una femminilità contemporanea, che interpreta i grandi classici del romanticismo (pizzi, balze e fiori) in composizioni d’avanguardia facendo emergere una fata moderna e romantica.

La fata di Alessia Crea (1) ricorda le ninfe che ondossano abiti dai tessuti fluttuanti, come fossero acqua; le linee sono ampie e svasate, il taglio vivo consente al tessuto di muoversi più liberamente. I tessuti pregiati creano strutture morbide con giochi di trasparenza e denotano una creatura eterea, quasi fragile.

La fata di Krizia (2), invece, è più attiva e combattiva, sempre in movimento tanto
viaggiatrice da sembrare pronta a sbarcare persino su altri pianeti. Quasi una fata amazzone, che si protegge con ginocchiere e paragomiti in maglia spalmata; pronta a definire il proprio posto nel mondo e a difendere ed essere artefice del proprio destino.

La fata di Ermanno Scervino (3) si ispira ad un viaggio attraverso l’India del Rajastan e dei Maraja, osa negli accostamenti tra mondi e materie unendo culture diverse con un abito che ricorda il sari indiano.
Gli abiti sono costruiti con infiniti strati di voile in organza o in chiffon che, doppiati,
ingabbiano tessuti con disegni grafici e tagli couture. La fata di Scervino è una principessa sofisticata e di gran classe.

La fata di Roberto Cavalli (4) è seducente, dall'aria vagamente gotica e straordinariamente sensuale, capace di sedurre un eroe tenebroso dell'Iliade e determinarne il destino con il suo potere ammaliatore.

La fata di Alexis Mabille (5) è una creatura pura come una ninfa, che ricorda le corse di donne bambine vicino alle cascate e le loro innocenti risate mentre si divertono a giocare a nascondino tra le verdi selve. L'abito è couture, come vuole la tradizione Mabille, e  ha un non so che di candido e puro che ricorda  una zingara bucolica o una dama dei quadri di Manet...pronta per una "déjeuner sur l'herbe".

La fata di Zac Posen (6) è una dama lussuosa e sofisticatamente glamour, decisamente femminile e avvolta dalle preziose linee fluide che arrivano lunghe fino ai piedi e che le permettono di volare da una passerella all'altra....lasciando dietro una scia di polvere di stelle.

sabato 7 aprile 2012

MAXIMILIAN LINZ: PRESS FOR SUCCESS


Sfogliando riviste e cliccando quà e là su internet alla ricerca di nuovi trend o collezioni da visionare, mi sono posta una domanda: ma come fa uno stilista, dal nulla, a diventare quello che è? Come riesce a farsi strada e a distinguersi in mezzo agli altri designers? Qual'è la chiave del successo? Insomma più ci pensavo e più la risposta si faceva chiaramente strada nella mia mente; ma certo…così come dietro ad un grande uomo c'è una grande donna, ovviamente dietro un grande stilista c'è un grande ufficio stampa!
Ed è così che ho pensato di passare una mezza giornata ed intervistare uno degli uffici stampa più rinomati di Milano, proprio per cercare di capire e mettere in risalto il più importante progetto che si nasconde dietro il successo di un brand.
La mia scelta è ricaduta sull'agenzia "Maximilian Linz" perchè,oltre ad avere un'ottima scelta basata su brand esclusivi e di nicchia, ha un team dalle doti relazionali e comunicative migliori di qualsiasi altra agenzia di Milano. Quindi ho deciso di chiamarli e, come mi aspettavo,sono stata accolta a braccia aperte....come fossi una di famiglia.

Questa è la storia di giovane sognatore che ha precorso i tempi decidendo di aprire un'agenzia che unisse i talenti internazionali del mondo della moda e diventando così la più importante agenzia di comunicazione di Milano, vista anche come trampolino di lancio per i migliori designers.
Maximilian Linz, il giovane e talentuoso titolare dell'omonima agenzia, nasce a Rio De Janeiro il 10 giugno 1972 crescendo in una famiglia dalle forti tradizioni italiane; nel 1990 si trasferisce a Milano con la semplice intenzione di vivere appieno le profonde radici del nostro belpaese. Il destino però lo porta a trasferirsi in una città dove, ovunque, si respira moda e la vita notturna diventa un salotto d'incontri per parrucchieri, make-up artists e creativi che si ritrovano insieme nei posti più glamour di Milano. L'idea iniziale di trovare semplicemente le proprie radici si trasforma in un più ambizioso progetto, e quello che all'inizio poteva sembrare troppo pretenzioso, diventa una realtà possibile; la passione per la moda è diventata il fil rouge tra il sogno di un bambino e la nuova vita modaiola milanese. Maximilian ha ceciso così di unire la sensibilità per la moda alla forte predisposizione alla comunicazione dando inizio al percorso professionale di uno dei public relator più talentuosi e innovatori d'Italia. Inizia come assistente alle comunicazioni per un'agenzia, per poi ricoprire, per cinque anni, il ruolo di direttore alla comunicazione per Dquared.
Nel 1999 si sente pronto a volare e dar vita alle sue ambizioni dal sapore avant-garde e,  da solo, decide di aprire la propria agenzia con l'intento di unire i talenti emergenti internazionali, precorrendo evidentemente i tempi, dal momento che all'epoca non esisteva ancora niente del genere; allora il Made in Italy era fatto solo di prodotto e design, in virtù della globalizzazione e la comunicazione non aveva il peso che ha ora, che invece è ovunque e dà continuità e visibilità al design internazionale.
Grazie alla sua visione futuristica sulla fashion comunication e grazie all'esperienza sul campo, si è guadagnato la laurea honoris causa dalla prestigiosa scuola di moda milanese Domus Academy dove Maximilian Linz è docente e project leader in fashion comunication and events all'interno del master in fashion management diretta da Annagemma Lascari.
La ciliegina sulla torta delle referenze professionali è il conferimento di consulente alla comunicazione per la Camera della Moda per il progetto incubatore della moda: insomma, un uomo da un curriculum di tutto rispetto.
Ovviamente ci sono voluti 10 anni per concretizzare quello che era solo una visione iniziale, ma ora è il momento della realizzazione del sogno, ora la comunicazione è finalmente il cuore del brand, la pura essenza di un designer che taglia e cuce creatività senza il compromesso col business. È qui che l'agenzia di pubbliche relazioni arriva, dove pulsa il cuore creativo e lo trasforma da bozzolo grezzo a bellissimo fiore; un'agenzia di comunicazione diventa, quindi,  l'anima di un cervello creativo senza il quale non puoi esistere.
Ecco perchè ho voluto passare una giornata nell'agenzia di pubbliche relazioni Maximilian Linz: per capire come nasce l'idea ed il progetto comunicativo di un brand, come passano la giornata, ma soprattutto chi  è " la grande donna dietro al grande uomo", scoprendo una grande passione ma soprattutto una grande famiglia.

Maximilian, come nasce l'idea di un ufficio stampa visto come supporto al  lavoro di uno stilista?

Il lavoro dell'agenzia di stampa nasce per fare da spalla al 100% agli stilisti e dar loro maggiore visibilità attraverso una rete di contatti ben collaudata; il progetto non è solo rivolto alla stampa ma visto nel senso più ampio della comunicazione, co e i. Ari head hunters che fanno accedere lo stilista a consulenze stile, licensing ecc...
Ovviamente le strategie vengono definite man mano e variano da stilista a stilista; si parte dalla creazione eventi fino ad arrivare a tante micro strategie che partono da quella più generica per una maggiore visibilità, ad una più mirata per ottenere risultati prolungati, stagionali e mantenere vivo il rapporto.
Per esempio, si crea un progetto speciale partendo da un modello esistente al fine di crearne uno più particolare e mirato per una determinata celebrity; per esempio ad una scarpa di Gaetano Perrone, abbiamo aggiunto le piume e dato una forte personalità alla scarpa cambiando il colore che da nero è diventato rosso fuoco. Questa scarpa è la famosa "Dita Von Teese". Insomma si creano delle chicche per alimentare la curiosità!


In base a che criteri viene scelto uno stilista della Maximilian Linz?

Gli stilisti vengono scelti da me personalmente. Il criterio di scelta è creatività unita a prodotto, design rafforzato dalla manifattura: la chiave è il perfetto equilibrio tra questi elementi.

Come li trovi?

Mi cercano loro! Si identificano in un obiettivo in comune vedendo i lavori svolti per i competitors...e poi è tutta questione di alchimia e feeling.
A volte capita che debba dire di no....

Qual'è la parte piú divertente di questo lavoro?

La strategia di comunicazione: i momenti dei lanci di collezione, le sfilate, gli eventi.
Ma anche lo scouting, la ricerca di nuovi talenti con tutto ciò che ne comporta, come l'analisi delle collezioni ed il lancio di un brand partendo completamente da zero.

Allora qual'è la tua più grande soddisfazione?


Vedere che talenti in cui ho creduto sono diventati punti di riferimento per la moda internazionale, come Dsquared, Alexis Mabille e Francesco Scognamiglio insieme a Chicca Lualdi tra le ultime.


Scegli personalmente il personale? In base a che criteri?

Il personale è direttamente filtrato da un head hunter esterno. La cosa fondamentale e' risolvere le problematiche del mio staff. L'affiatamento dello staff e' essenziale.
Quindi sono il punto di riferimento per i miei collaboratori, il rapporto diventa di affetto e rispetto come in una famiglia, il rapporto creato è quello di una formalità molto understated, unita ad un forte legame una grande attenzione ai loro bisogni perchè credo che chi lavori in un ambiente di affiatamento e serenità lavori meglio.

Che cosa diresti ad un giovane che aspira a lavorare per un ufficio stampa?

Sicuramente deve avere come indole naturale disciplina, buon senso, buongusto e riservatezza; le lingue sono alla base di un ottimo inizio, il tutto miscelato a grande forza di volontà nel raggiungere i propri obiettivi.

L'ambiente famigliare e di totale armonia unita ad una grande professionalità evidente, mi hanno spinto ad intervistare anche il team della Maximilian Linz. Ho sentito un forte senso di rispetto e di unione verso un unico obiettivo; mi sono ritrovata davanti una giovane squadra di talenti diversi: Ivano, il giovane bello e brillante pr dal talento creativo, Serena, la pragmatica dalle grandi doti comunicazionali, Alice, la sognatrice, nel paese delle Meraviglie della moda, sua grande passione, ed infine Francesca, rigorosa organizzatrice che gestisce e tiene in ordine lo showroom. Insomma un insieme di elementi che si completano ed insieme costituiscono il cuore dell'agenzia.

Ragazzi, come si svolge la giornata tipo in un ufficio stampa?

Innanzitutto, ognuno ha le proprie mansioni: noi siamo molto eclettici e ci intercambiamo e completiamo allo stesso tempo.
Serena si occupa dei comunicati stampa, Ivano produce il placement, Alice si interfaccia con i bloggers e Francesca organizza lo showroom ma siamo assolutamente intercambiabili e comunichiamo molto tra di noi; il segreto è proprio questo, il che ci permette di lavorare meglio.
Insomma qui c'è tanto da fare, i telefoni squillano continuamente, ogni giorno ci sono appuntamenti con gli stylist e se non si crea un ottimo lavoro di squadra, il progetto non parte e se non parte, non esiste progetto.
Il progetto parte sempre da Serena che chiede i materiali per poi costruire insieme alla squadra, l'immagine del brand, costruire o perfezionare il suo comunicato stampa per la comunicazione della philosophy ed il mood aziendale; si crea una sinergia tra lo stilista ed i ragazzi dell'agenzia che creano insieme un legame intenso che fà da ponte tra il designer e i media per poi arrivare direttamente alle persone.

Questo lavoro è più cuore o ragione?

Ivano, il veterano e occhio creativo dell'agenzia, risponde subito: "Cuore, perchè l'ho scelto e perchè è una mia passione da sempre, inoltre è un lavoro che impegna molto, quindi o lo fai perchè ti piace oppure scegli di fare altro."
Serena, occhio e mente concreti, risponde: “Ragione, perchè quello che faccio io è più basato sul  planning e sull'organizzazione”.
Alice, la piccola sognatrice innamorata di moda, dice: “Cuore, perchè sono appassionata di moda (e si vede perchè parla con gli occhi sognanti e passionali di una giovane innamorata ed è di una tenerezza incredibile) ed essendo fashion designer, conosco e capisco tutto il duro lavoro ed i processi che ci sono dietro ad una collezione”.


Ragazzi, sembrate molto uniti: come si crea una squadra vincente?


Ognuno ha compiti ben definiti ed assegnati da Maximilian e tra di noi cerchiamo di comunicare e rispettare le esigenze reciproche, inoltre sappiamo che abbiamo uno scopo comune e questo è il nostro punto di forza: l'unione e il gioco di squadra; inoltre mettiamo innanzi a tutto le esigenze del cliente e siamo fieri e consci della nostra competenza e questo ci porta ad avere poche incomprensioni.

Quali sono le caratteristiche per diventare un buon pr?

La passione per la moda unita ad una naturale propensione e attitudine alla comunicazione che non acquisisci  con l'esperienza ma è innata, l'esperienza riesce solo ad affinare un talento naturale. Inoltre bisogna essere sagaci e avere buone doti di cool hunting, cioè il saper prevedere le future tendenze.

Come descrivereste il rapporto tra designers e press office?

Varia a seconda del designer: c'e chi si affida totalmente a noi e chi, invece, preferisce gestire il marchio da se'.
Spesso diventa un rapporto di reciproca amicizia e fiducia, spesso diventiamo quasi una figura tutoriale che ti prende per mano al fine di farti crescere e migliorare.

Il rapporto con i giornalisti com'è?

C'e un rapporto di reciproca dipendenza, l'uno non vive senza l'altro.
Il rapporto con le testate giornalistiche è ottimo, inoltre non abbiamo bisogno di pressare e spingere i nostri designers, perchè i media conoscono la nostra professionalità e competenza nel scegliere i brand che rappresentiamo.

Che cosa direste ad un giovane che aspira a lavorare per un ufficio stampa?

Parti da uno stage, esegui anche i compiti più semplici che ti vengono assegnati, abbi umiltà perchè questo ti temprerà il carattere e ti formerà a livello professionale: non partire subito con grandi pretese ma prosegui lentamente sul tuo cammino, avendo ben definita la tua meta. Specializzati e fai crescere il tuo lato creativo, scrivi e leggi tanto perchè la lettura e la scrittura sono le basi per un'ottima comunicazione: affina questi strumenti che ti serviranno per combattere.

Alla fine di questa giornata me ne sono tornata a casa con una nuova consapevolezza, e cioè che non esiste comunicazione senza moda e non esiste moda senza comunicazione.
L'una non può fare a meno dell'altra per crescere; ma soprattutto, ho imparato che la moda non è solo quel mondo competitivo che ti presentano: la moda può diventare una famiglia unita a collaborare per un unico scopo, quello di far diventare grande un designer giovane e sognatore, con in tasca ago, filo e tanti sogni.
Il Team
 
Maximilian Linz

THE LOOK OF THE WEEK

La gonna è l'indumento più usato dalle donne fin dall'antichità. Sia in Europa che in America, le gonne sono indossate come alternativa ai pantaloni. In certe occasioni di lavoro, le donne indossano di preferenza la gonna; questo può essere per vari motivi, ma più comunemente per rivendicare la loro femminilità in un ambiente lavorativo prettamente maschile, oppure per distinguersi dall'abbigliamento androgino che impone giacca e cravatta.
Il 12 febbraio del 1947, Dior lanciò la Linea Corolla che lo consacrò re indiscusso dell'alta moda. Fu la giornalista americana Carmel Snow a dare alla prima collezione di Dior il nome di New look : una collezione di corpetti, fianchi imbottiti e gonne a corolla al polpaccio.
Il New Look, che proponeva un modello di donna romantica con mise femminili e aristocratiche, è espressione di lusso, grazia, ed eleganza.
Le sue linee hanno determinato un rinnovamento nel modo di concepire l'abito in funzione della forma: la moda Anni '50 esalta la femminilità.
I capi più amati sono le gonne attillatissime in vita e scampanate all'orlo, a ruota o a palloncino; gli abiti, molto femminili, diventano fluidi  ed eleganti.
Trionfa lo stile sobrio e spigliato con tagli essenziali, linee semplici e sinuose.
Gli anni '50, l'epoca d'oro della moda, esaltano la figura femminile e le donne iniziano a mostrarsi in tutta la loro floridezza: c'è voglia di sentirsi vive ma soprattutto femminili.
La stessa voglia di femminilità è uno dei trend della prossima Primavera-Estate 2012, che vede protagonista questa ritrovata sinuosità primo simbolo della femminilità dallo stile retrò.
Questa stagione è un vero e proprio tributo a  una silhouette ben definita e iper femminile. Le linee sono semplici e geometriche e diventano sinonimo di una ritrovata e raffinata eleganza.
Come si abbina la gonna a ruota? Con un semplice top senza maniche, una maglietta a mezze maniche o una camicia bon ton, mentre ai vostri piedi rigorosamente scarpe con tacco vertiginoso o zeppa. Vietate le ultra flat.
Chicchissimo l'abbinamento-contrasto di N.21  (in copertina) che abbina la camicia di tessuto oxford azzurro, archetipo dell'abbigliamento formale maschile, alla gonna che si arricchisce di ricami con piume di paillettes per esaltare questo grande binomio di androginia unita ad un iper femminilità. Lo stile di Alessandro Dell'Acqua è ingegnosamente glamour, inappuntabile nelle linee e trasgressivo nei dettagli; maschile per ispirazione ma iper femminile per aspirazione.
N.21 inserisce una nuova vena di sensualità, a prima vista antitetica, in realtà modernissima.
Seria, elegante e bon ton la gonna in seta color rame abbinata alla camicia e micro pull (1), sempre di N.21, che dà vita e calore a quest'estetica formale, ironica e piena d'intelligenza. Tagli, silhouette e particolari vengono così ripensati da capo per dare corpo e sostanza a un glamour sexy, disinvolto e raffinato.
Zac Posen (2), fa rivivere nelle sue sensualissime silhouettes la tipica sartorialità anni '50. La silhouette prende vita sul cocktail dress con gonna a ruota,  dalla forma dritta e sartoriale, emanando una sensualità elegante e raffinata. Il punto vita diventa il protagonista di una donna sinuosa e perfetta in un abito di gran classe e dalle linee couturier. Lo stilista rende omaggio a Dior ricreando un New Look contemporaneo:  l'abito dall'ampia gonna mette in evidenza il punto vita riportandoci indietro nel tempo. Perfetta la collana importante su collo e decoltè nudi.
Albino (3) ci presenta una donna limpida, pulita ed essenziale; il fil rouge è il surrealismo e le sue tecniche espressive, la ricerca e il gioco di volumi architettonici che rendono la figura femminile innocente, costante dello stile Albino. Le linee sono pure ed essenziali, i volumi misurati e il gioco di texture diverse completano l'outfit rendendolo aereo e leggero. Una sartorialità precisa e preziosa, quella del giovane stilista romano, animata da asimmetrie accese ed interessanti squilibri nei volumi e nelle silhouette che si accorciano nel micro bolero o si allungano al ginocchio nella gonna di tulle.
Alcuni strizza l'occhio agli anni '50, portando avanti quella femminilità ricercata e un po' retrò tipica di quegli anni.
La gonna alta in vita con stampe vagamente animalier, abbinata alla camicia ultra slim (4) di iblues, suggerisce un nuovo modo di essere sensuale e femminile, accattivante per forme e tagli. Il look è pensato per una donna curiosa e audace che presta attenzione al mondo della moda e del design, che sa cogliere i trend del momento per osare e giocare col proprio look.
Il mood è bon ton ma con un pizzico di aggressività dosata sapientemente per creare una nuova e più fresca eleganza.
Il completo color avorio è di Coco Chanel (5), creatrice di uno stile chic e disinvolto che ha ottenuto il massimo successo nel 1954 con il mitico tailleur in tweed e la gonna che copre il ginocchio. Da allora il tailleur Chanel ha sempre quella forma "understated" che lo rende riconoscibile: molto chic, molto snob. Lo stile è grafico e totalmente moderno e rende Chanel costantemente al passo con la contemporaneità pur mantenendo i suoi canoni classici.
L'outfit dai colori neutri e dall'allure romantica è di Alessia Crea (6); il completo è delicato e sobrio grazie anche al tessuto fluido e leggiadro che lascia il corpo libero nei movimenti, unendo eleganza e comfort, connubio amato dalla Crea per una donna sognatrice ma al contempo pragmatica.
Il mini abito di Alexander McQueen (7) color cipria è una deliziosa variante della gonna a ruota ma che ne rispetta pienamente la linea femminile ed elegante. L'ispirazione è comunque iper femminile e ne risalta la donna come romantico oggetto del desiderio.
La micro gonna bianca in tessuto rigido (8) è del giovane astro nascente della moda, Cristina Miraldi; la forma è decisa e strutturata ed il colore bianco sussurra un'eleganza understated. L'outfit non è mai banale seppur semplice: si gioca sui tessuti e sulle trasparenze, la gonna con piccoli dettagli volatili si abbina magistralmente alla semplicità della maglia che ricorda vagamente gli abiti in lino stesi al sole nel prato della nonna.

mercoledì 28 marzo 2012

THE LOOK OF THE WEEK

Leatrice Eiseman, l'executive director del Pantone Color Institute, ha dichiarato che il nuovo colore tendenza del 2012 è il Tangerine Tango.
Dalle calde tonalità sensuali e travolgenti, questo colore è sofisticato ma al tempo stesso seducente, esattamente come l'omonimo ballo argentino.
Pantone esamina ogni anno tutto il mondo in cerca di tendenze ed influenze varie; vengono prese in considerazione l'industria cinematografica, le mostre d'arte, gli artisti emergenti e le tendenze di strada. La scelta del colore dell'anno richiede, quindi, uno studio molto elaborato perchè la scelta del colore influenza il mondo della moda, dell'architettura e del design.
Il Tangerine Tango è un arancio-rossastro, ispirato alle più intense sfumature del tramonto, che stimola lo spirito coniugando l'energia del rosso alla tranquillità del giallo.
Che scegliate di indossarlo, di stenderlo sulle unghie (l'Aloha di Dior è praticamente un must di questa stagione) o utilizzarlo come accessorio, l'effetto hot è assicurato.
Personalmente trovo che sia un colore favoloso con sfumature che lo rendono magnetico, seducente e al tempo stesso sofisticato; insomma il nuovo "colour of the year" è promosso a pieni voti!
Inoltre, grazie alle vibranti tonalità di rosso, è decisamente più elegante ma non altrettanto aggressivo.
Contenendo sia toni caldi che freddi, è adatto a tutte le carnagioni: dona allure e crea un amabile contrasto  alle pelli più chiare mentre illumina i riflessi ambrati  di quelle più scure. Perfetto per tutte, more e bionde, unico accorgimento: l'intensità! Per le more va bene carico e pieno, per le bionde meglio più polveroso e meno intenso. Unica concessione shock, le labbra!
Altro punto a favore: si sposa benissimo con tutti i colori fashion, dal bianco al nero al rosa, al verde...se abbinato al beige poi, è decisamente chic e glamour.

La moda, ovviamente, non sceglie a caso i colori nè tanto meno il loro  carattere: chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e altruismo. Le persone che prediligono l'arancione manifestano una chiara vitalità perchè combina l'energia del rosso con la felicità del giallo....e direi che in un momento di crisi globale come questo, mai colore fù più azzeccato per affrontare la bella stagione con grinta e buon umore.
Credetemi niente al mondo mette di buon umore una donna più di un meraviglioso abito haute couture che ti fa tornare bambina, quando sognavi di fate e principesse...e se parliamo di abiti  incantevoli nessuno come Alexis Mabille, in copertina, riesce ad unire sogno e sartorialità, magia e pragmatismo, tradizione e innovazione.
Mabille ama profondamente la donna e lo si vede chiaramente nelle sue creazioni, un bouquet di donna, immaginata come incantevole fiore dal colore che ne evoca la sua vitalità. Evocazioni di cromoterapia, dove ogni colore esprime uno stato d'animo in cui l'energia è la vera e propria terapia.
Il vero tocco da maestro però è l'uso di una camicia taglio uomo e con ricami prettamente femminili che giocano con il see-through facendo scorgere il bustier in dettagli di altissima e sensuale borghesia; il tutto abbinato alla gonna lunga in crepe conferisce una travolgente personalità...ma d'altronde stiamo parlando di Mabille, il cui nome si associa perfettamente al gioco di parole m'habille che significa, guarda caso, vestirsi.


Alberta Ferretti (1) ci propone la sua visione della donna moderna: una visione reale che si traduce in abiti portabili, semplici nelle linee eppure ricercati nei grafismi sofisticati. L'abito, morbido sulla silhouette, come vuole questa stagione, sembra una rivisitazione minimal e contemporanea versione tailleur, degli abiti anni '20 e stile charleston. La nuance netta, satura e decisa conferisce carattere all'abito dalle linee essenziali e geometriche, definendo una donna sensuale e sicura di sè, amante dell'abito sartoriale e sofisticato, ma comunque facile da indossare e senza troppe pretese.

L'outfit di Laura Biagiotti (2), trae ispirazione dalla Venezia del passato ma evocando una femminilità contemporanea e dando vita ad una collezione che unisce arte e vita, classico romanticismo e composizioni d'avanguardia. Una dogaressa moderna che ama sedurre unendo i contrasti della maglia intrecciata e con sensuali trasparenze, agli shorts in seta dal taglio rigoroso e dagli ampi volumi.
L'abito di Chicca Lualdi Bee Queen (3) è pura essenza fashion, miscela di ispirazioni minimal ed equilibri geometrici con un effetto finale di sofisticata eleganza. La regina riesce sempre a regalarci una femminilità sobria e raffinatamente iconica: un abito di Chicca Lualdi è un must che durerà per sempre, creato per la donna moderna e con una forte identità che si ispira ad un lusso sussurrato e moderno. Le geometrie inseguono linee pure e nette, come nei quadri di Mondrian, definendosi nella rigorosità dei tagli e rese inedite dall'accostamento del colore vivace unito ad una tonalità neutra come il poudre.
Finiamo questa carrellata di abiti fantastici con Alexander McQueen (4) la cui ereditiera, Sarah Burton, è riuscita a creare un abito che miscela sapientemente femminilità e gusto fetish, tipico del compianto McQueen. Focus rigorosamente sul punto vita che si alza ed è strizzato ed enfatizzato; da qui partono le balze morbide, leggiadre e romanticamente sensuali. La maschera rende intrigante questo look artisticamente couture, estremo e decisamente eccentrico ma  perfettamente adatto alla donna poliedrica di oggi...E forse è proprio per questo che la stupenda Duchessa di Cambridge, Kate Middleton, ha scelto e continua a scegliere la Maison per i suoi meravigliosi look. Le decolté (5) e la clutch (7) in pitone a mio avviso completano l'outfit donando sobrietà e giusto equilibrio ad un abito volutamente eccentrico.
Lo smalto Aloha (6) diventa imprescindibile accessorio moda ed è decisamente molto, molto Dior. La maison francese della sua vernis afferma che "è un prodotto caratterizzato da una brillantezza laccata ad una tenuta impeccabile e duratura. L'uso di Dior Vernis ridona alle tue unghie tutta la loro vitalità. "
Lo smalto ha una consistenza fluida, una densità impeccabile ed  il colore è luminoso e brillante; il pennellino ha una forma appiattita ed arrotondata sulla punta e, con una sola passata, l'unghia viene avvolta in un colore perfetto ed uniforme senza bisogno di una seconda passata.


L'anello Arty insieme al bracciale (8 e 9), dall'allure decisamente retrò, sono di Yves Saint Laurent. Il creativo Stefano Pilati, alla guida della Maison dal 2004, è riuscito a infondere il suo stile personale mantenendo viva la lunga tradizione della Maison, creando collezioni e accessori tres chic, che ogni stagione hanno lunghe liste d'attesa.
Grande esempio di arte orefice, questi  gioielli, completano con un tocco di eleganza e stile l'abbigliamento di quelle donne glamour e fascinose che vogliono avere il classico qualcosa in più che solo YSL riesce a dare. Caratterizzati da un design originale e da un sapore vintage, sono una fusione di tradizione e modernità e sono perfetti per donare un tocco di eccentricità anche agli outfit più minimal o per impreziosire una mise classica ed elegante. Inutile dire che ad un outfit dai toni vitaminici e vibranti come il tangerine tango è rigoroso un accessorio dorato come questo.

Parlando di rigorosa eleganza, il motivo geometrico anni '70 della borsetta di Stella McCartney (10) si sposa perfettamente con i gioielli di YSL, creando un perfetto vintage ensemble per la signora che ama l'eleganza raffinata. D'altrone lo stile rigoroso e minimal è proprio della designer inglese che ne ha fatto la sua peculiarità creando collezioni sempre più chic e sofisticate.
Sbarazzini e divertenti, invece, i bijoux di Paviè (11) che nascono dalle mani creative delle sorelle Palma e che sono rivolti ad una donna moderna, briosa e che ha voglia di giocare con gli accessori, sdrammatizzando anche gli abiti più rigorosi.
I bijoux Paviè coniugano la bellezza e l'esclusività di prodotti artigianali prodotti in Italia, ad un prezzo contenuto, grazie all'utilizzo di materiali semplici che tuttavia vengono combinati in maniera unica e preziosa per conferire a chi li indossa unicità e stile.
Questi orecchini sono un magnifico esempio di creatività e manifattura interamente Made in Italy.

Il bracciale con il dettaglio swarovsky a stella (12) è di Shield Collection ed è il risultato di una sapiente miscela tra un gruppo creativo giovane ed una mano con esperienza decennale nel settore gioielli.
Lo stile è ricercato, eccentrico e divertente come vuole la philosophy aziendale, sempre attenta a proporre gioielli innovativi e di grande qualità. Giocare con ironia è la forma di espressione di Schield, che è in grado di proporci creazioni geniali, ironiche e chicchissime. Schield si aggiudica, a mio parere, il titolo di bijoux di lusso dell'anno; mai banali, sono perfetti sia con un look casual per giocare con gli accessori, sia con uno più rigoroso e minimal per conferirgli carattere e personalità.

Le zeppe (13), immancabile must di quest'anno, sono del marchio tutto italiano Casadei. Oggetto di lusso dal design innovativo ed esclusivamente rifiniti a mano artigianalmente, le scarpe della Maison italiana diventano il simbolo di una donna "originale", sicura di sé e alternativa.
Non scarpe ma vere e proprie opere d'arte che vestono il nostro piede riuscendo così a sedurre ed irretire molto più di un corpo nudo.

domenica 25 marzo 2012

THE LOOK OF THE WEEK

Da sempre i colori sono la sostanza del mondo che ci circonda, ed è proprio attraverso la loro presenza che in noi scaturiscono e vengono evocate sensazioni, emozioni e ricordi che fanno parte del nostro essere più profondo e delle più antiche tradizioni che appartengono alle diverse culture che fanno parte di ognuno di noi.
Ogni cultura, nei secoli, ha attribuito loro ruoli e forti simbologie che si basano su valori psicologici identificabili attraverso tradizioni e fenomeni esoterici.
Nelle diverse civiltà, l'insieme dei colori ènsempre stato visto come fenomeno legato al possesso di poteri magici...l'arcobaleno ad esempio rappresentava il ponte che legava la sfera spirituale e quella materiale.
Sulla terra la corrispondenza di tale luminosità era custodita nelle pietre preziose, che quindi erano viste ed utilizzate come talismani carichi di poteri.

Gli egiziani ed i cinesi, ad esempio, erano coloro che attribuivano alla verde giada diversi poteri come quello di preservare i corpi dei morti, quello di portare fortuna ed essere di buon auspicio per la fertilità.
Questa pietra sembra possedere il dono di eliminare tutte le energie non pulite e rinvigorire soprattutto le donne.
Capita anche che un colore assuma valore e significato diverso a seconda della cultura e della differente religione; per i Celti, per esempio, il verde era simbolo di fertilità ed il colore degli dei in quanto rimandava al colore del mare, liquido creatore di tutte le forme di vita vegetale. È simbolo di punto di incontro, di equilibrio tra la luce (giallo) e l'oscurità (blu).
Per i buddisti rappresenta la vita ed è il colore delle forze equilibrate e dell'evoluzione della mente e del corpo. E' il corrispondente del quarto chakra, situato all'altezza del cuore.
La filosofia indiana associa il verde alla terra e sostiene che questo colore sviluppi le vibrazioni armoniche dei nostri pensieri e dia pace ai nostri sensi.  E' un colore neutro e rilassante, favorisce la riflessione ed è il simbolo dell' amore.

Ai colori, infine, si attribuisce la capacità di trasformazione dove le negatività umane sono cambiate in qualità positive. In particolare si ritiene che meditando sui singoli colori, che contengono le loro rispettive essenze, si possano conseguire metamorfosi di sentimenti. Per esempio, il verde trasforma la gelosia in saggezza di realizzazione.
Amato dalle donne che ricercano l'armonia, il verde simboleggia la speranza, l'equilibrio, la pace interiore ed è legato al  dare incondizionato. È, inoltre, il colore che cerchiamo istintivamente quando siamo depressi.
La scelta del colore verde può indicare una ricerca di autoaffermazione o la tendenza ad essere moralisti e di voler agire a modo proprio, contro qualsiasi opposizione.
Nei sogni indica la sicurezza di sé, la tenacia e la fermezza; interpretato in chiave  positiva, indica che vuoi raggiungere una maggiore sicurezza in te stesso, realizzarti e ottenere condizioni di vita migliori.
Con una lettura negativa, significa che non trovi la forza necessaria per superare le difficoltà e cerchi di sfuggire dalla situazione attuale.

Ai colori vengono anche associate le rispettive personalità; infatti si dice che chi ami
il verde è  una persona calma e tranquilla, amante della stabilità e di una vita senza imprevisti. Molto onesto, equo e realista, desidera sicurezza e continuità, è competitivo e un pò arrivista e ha difficoltà a collaborare con gli altri. Prefissato un obiettivo, lo segue fino in fondo con grinta e determinazione. Molto efficiente ed abile sul lavoro, in casa ama l'ordine e la pulizia.
Chi possiede la personalità-verde, è sensuale e aspira ad acquisire i beni materiali che gli permettono di vivere nella tranquillità e nella prosperità. Come le piante sempreverdi, queste persone si mantengono in equilibrio. Il "tipo-verde" esprime sentimenti profondi e duraturi, ma anche possessività, testardaggine e gelosia.

Dal momento che il verde viene definito per eccellenza il colore dell'equilibrio energetico, chi lo indossa ricerca l'equilibrio e la riflessione. Il suo effetto è rilassante e rinfrescante, quindi in caso di emicrania o insonnia non c'è niente di meglio di un meraviglioso abito color smeraldo.
Indossare il verde è utile anche nei casi in cui ci troviamo costretti a vivere rapporti che ci rendono nervosi e irritabili dal momento che stimola il benessere generale dell'organismo, ne aumenta la vitalità e ripristina l'equilibrio delle sue funzioni.

Insomma, c'è un nuovo leitmotiv verde nella moda: il colore fino a ieri più difficile da indossare, adesso rappresenta la nuova scelta per un'estate eco-chic. Da una collezione all'altra, questo colore ora e' il nuovo basic-classico del guardaroba contemporaneo, dagli abiti agli accessori.
Le collezioni dei maggiori stilisti accolgono la diffusa sensibilità green, pennellando le loro creazioni con le sfumature del verde acquamarina, del verde salvia e dello smeraldo.
L'invito è a sposare subito il dilagante spirito green che la prossima estate esploderà in un trionfo di meravigliose sfumature su lucidi cotoni ed eteree organze.
Ma attenzione a che verde scegliete ragazze, perchè la sfumatura di verde che prediligete nasconde precisi significati: per esempio il verde scuro indica gusti semplici ma raffinati, ordine, logica e scarsa disposizione alle critiche. Il verde acqua è segno di praticità e serenità, dominio sulle emozioni, senso estetico e romanticismo. Il verde mela indica voglia di novità, propensione per i lavori di gruppo, socialità e capacità di farsi comprendere.
Infine, il verde azzurro denota ottimismo, fiducia in se stessi e negli altri, indipendenza e desiderio di tenersi lontani dagli stress emotivi con l'aiuto di discipline psico-fisiche.

Nella scelta del colore si rivelano le propensioni e intolleranze individuali e spirituali: "se il taglio rivela l'intelletto e il talento, nel colore si rivelano l'indole e il cuore"....ed io che pensavo di scegliere il colore di un abito in base al mio mood giornaliero.....
Ma ora passiamo alle mie proposte green della settimana:
In copertina un meraviglioso abito dal color verde sofisticato, di Ermanno Scervino, costruito con infiniti strati di voile in organza e in chiffon che, doppiati, ingabbiano tessuti con disegni grafici.
Il punto vita con i suoi voile diventa linea d'incontro creando un contrasto, degno di un abito hand made couture, tra il bustier super sexy e la gonna in chiffon che rimanda ad una romantica iper-femminilità.

La micro-tuta di Krizia (1) resa ancora più sexy dalla macro cintura, ci fà capire subito di che pasta è fatta la sua donna: attiva e combattiva, sempre in movimento tanto da sembrare pronta a sbarcare persino su altri pianeti. Le nuove proporzioni vogliono un busto minuto, rimpicciolito anche da cinture spostate verso l'alto. La maglia di viscosa sottilmente laminata regala luce e la macro cintura è il tocco finale del maestro.
Il colore, ovviamente, è quello della speranza: verde menta per un outift dalla freschezza al gusto di mojito.

Alberta Ferretti (2) propone un abito semplice nelle linee eppure ricercato nei grafismi, femminili e suggestivi.
È l'abito il capo must per la prossima estate e la nota stilista italiana ci regala un abito dal sapore sartoriale con lavorazione a crochet che profuma di arte manuense antica che diventa decorazione preziosa.
La sensualità che esprime una donna che indossa un capo Ferretti è unica; la cura del dettaglio che segue delicatamente la linea della donna, conferisce alta sartorialità che dona sicurezza ad una donna che diventa la regina dei salotti milanesi.
La donna che veste Zac Posen (3) è una dea in versione lusso con una silhouette scolpita, altera e decisamente glamour.
L'abito verde mela ha la magica allure anni 50', quasi austera, che non tradisce lo stile inconfondibile di Posen che ama le silhouettes scultoree; infatti le linee sono essenziali e geometriche ma di grande effetto e i dettagli geometrici su una vita strizzata e ben strutturata, ci regalano un' allure futuristica con un pizzico di sapore retrò che rimanda alla tanto amata figura a clessidra. Tessuti di alta qualità e tanto studio del dettaglio, uniti a forme che esaltano le meravigliose forme delle donne sono i cardini principali ed ingredienti vincenti del giovane stilista statunitense.

Il mini abito di Au Jour Le Jour (4) è di una bellezza atemporale; la donna che veste Au Jour Le Jour è tradizionale ma fresca e dinamica, ama l'essenza iconografica della donna e prende ispirazione nel viaggio della memoria di micro fantasie, velette, micro guanti e cadillac.
Le linee, vicine alla silhouette ma libere e ariose, si modulano sui movimenti del corpo per assecondare il desiderio di comfort e dinamismo della donna.

La donna che indossa Chanel (5) è una sirena glam che elimina ogni ovvio romanticismo per uno stile che è invece grafico e totalmente moderno, e che rende Chanel costantemente al passo con la contemporaneità. La giacca cardigan coi micro shorts, la sovrapposizione  ed il contrasto tra il tessuto broccato cloquè e lo chiffon della maglia è trendy da morire.
L'anello in metallo rutenio con pietre in vetro verde chiaro e smalto (6) è della collezione primavera estate di Yves Saint Laurent.  Nonostante abbia un design fortemente innovativo, riesce comunque a trasmettere uno spirito di classica eleganza grazie all'allure vagamente vintage che lo rende unico ed estremamente chic.
Con una mano costante, Stefano Pilati si fá portatore di una nuova e borghese tradizione studiandone, nel contempo, i codici e i simboli classici. I princìpi di Saint Laurent sono andati avanti veloce nel presente reinventando una nuova classicità fatta di storica eleganza e di spirito couturier.
L'anello è l'accessorio perfetto per completare con un tocco di eleganza e stile l'abbigliamento delle donne più glamour e sofisticate.

Le scarpe in suede di René Caovilla (9) appartengono ad una maison che ha una forte tradizione nella produzione di calzature dal sapore tutto Made in Italy. Il marchio René Caovilla oggi è associato al massimo del lusso grazie all'artistica lavorazione delle scarpe quasi fossero sculture. Il calzaturificio ha lavorato a stretto contatto con Valentino, Christian Dior e Chanel e ne ha fatto prezioso tesoro come la migliore delle scuole artigiane. Con forme classiche e disegni squisiti un paio di scarpe Caovilla durerà una vita e non possono mancare nel guardaroba di una real lady. L'alta qualitá e l'attenzione quasi maniacale al dettaglio rende Caovilla il mago delle scarpe di lusso che lo ha reso ormai celebre tra le piú grandi star hollywodiane.
Per una personalità decisa e spensierata il bangle verde (7) e la maxi bag (10) di Coccinelle perfetti per l'ufficio o uno spensierato pomeriggio in jeans e tshirt. Insomma, con Coccinelle possiamo parlare di lusso rilassato fatto di materiali leggeri e non troppo impegnativi ma di forte ispirazione lady in un gioco continuo di rimandi tra mood raffinato e voglia di vacanza. Il verde brillante si addice perfettamente a questa ispirazione creata per una donna briosa e solare.
Il bracciale verde smeraldo (8) con chiusura in argento composto da fili in cristallo ed avventurina e gli orecchini (11) in argento, fluorite con sfera in corno, unakite, agata verde, e giada sono della grande creativa italiana Nicoletta Cei. La forte ispirazione della materia che si plasma da sola sotto le mani sapienti di Nicoletta come una statua sotto le mani dello scultore, ci fa respirare l'amore e la passione che l'artista trasmette in ogni singolo gioiello. La materia si fa viva e diventa gioiello prezioso per la donna che vuole uscire dagli schemi, che ama sentire sulla pelle l'energia dei minerali e il contatto dei materiali naturali.
Concludo il mio articolo ricordando a tutte il concorso di ibtimes per la ragazza copertina http://it.ibtimes.com/articles/27995/20120316/ibcontest-chi-sar-la-prossima-cover-girl.htm

sabato 17 marzo 2012


IBCONTEST ITA
Ciao ragazze…pensate di essere abbastanza fabulous e gamourous??!!! Allora dimostratecelo….IBTimes ha deciso di lanciare un contest! All’inizio di ogni mese verrà comunicato l’argomento della rubrica LOOK OF THE WEEK e in base a questo vogliamo le vostre foto con l’aoutfit da voi ritenuto più adatto al trend lanciato. L’outfit più bello sarà la ragazza copertina dell’ultimo articolo del mese di LOOK OF THE WEEK….L'argomento dell'ultima settimana di aprile sarà il bentornato microshorts...fuori le gambe ragazze!
La foto deve essere a figura intera ed in jpg da inviare a:
a.ventura@ibtimes.com

IBCONTEST ENG
Hey dolls…do you think to be enough fabulous and glamourous??!! Then prove it to us…..IBTimes decided to launch a contest! At the beginning of every month will be communicated the topic of the column LOOK OF THE WEEK and according to that topic we want the pictures with the outfit you think might be better. The best outfit will be the cover girl of the last article of the month of the column LOOK OF THE WEEK….
The topic of the last article of April will be the welcomeback microshorts...legs out ladies!
The picture must be  full figure and jpg sent to:
a.ventura@ibtimes.com

 

THE LOOK OF THE WEEK

Fittissima o a maglie larghe, la rete è la trama della prossima stagione. Prestandosi  a sensuali effetti del vedo- non vedo e a rigide strutture,  la rete è una sicurezza, in passerella come in strada.
I primi esemplari di maglia metallica risalgono ai tempi dei Celti, ma venne adottata in seguito anche dai romani. I primi ritrovamenti risalgono al IV sec a.C. nella nave Hjortspring in Danimarca, che conteneva molti frammenti di maglie di ferro.
Nei primi secoli del Medioevo compare la prima maglia a rete: l'usbergo, una lunga tunica molto resistente che proteggeva gambe e altre parti del corpo e che quindi faceva parte dell'armatura da combattimento. La maglia a rete veniva usata anche dai leggendari cavalieri templari in funzione dei viaggi e delle minacce di guerra con i Musulmani.
Da queste lavorazioni di maglie di ferro derivarono i primi lavori a maglia che, se vogliamo, sono i primi esempi di lavoro in trama a rete. Uno dei primi esempi conosciuti di lavoro a maglia sono state delle  calze di cotone trovate in Egitto alla fine del primo millennio.
La tessitura a rete che trae spunto dalle lavorazioni a maglia, è conosciuta anche con il nome di filet ed è fra i lavori più antichi e più diffusi; la sua origine non può essere fissata con sicurezza e molto probabilmente la sua esecuzione è stata ricavata dalla rete da pesca.
La rete era originariamente opera maschile e veniva realizzata a fili liberi annodati attraverso l'impiego di un lungo ago di legno a doppia cruna aperta, chiamato mòdano. In questo modo i pescatori confezionavano e rammendavano quotidianamente le reti per la pesca. Questa tecnica si è andata perfezionando nei secoli sino a raggiungere ricami artistici applicati all'arte della lavorazione fatta a mano dell'abbigliamento femminile e che fa parte da allora della storia della moda.
Il merletto a filet, che in francese significa rete, è diventato dunque un merletto all'uncinetto, molto più semplice e veloce da realizzare rispetto alla tecnica antica. La struttura di questo fondo a maglie quadrate ebbe origine nel XVI secolo e si è ben radicata nel nostro paese, specialmente in Toscana dove la Contessa Spalletti fondò, nel 1897, una scuola di filet dove, dopo due anni, risultavano iscritte circa quattrocento donne.
A Parigi, nel 1527, ebbe inizio la commercializzazione dei lavori a maglia grazie all'invenzione della macchina da maglieria. Da allora prese piede sempre di più il lavoro a maglia, come forma di socializzazione tra le donne.
Ogni ricamo, tessuto o lavorazione del nostro abbigliamento moderno, ha dietro una meravigliosa storia che parla di noi e delle nostre tradizioni che, col tempo, sono diventate parte della storia della moda e del nostro costume.

Ecco quindi un magnifico esempio di artigianalità applicata alle tradizioni della più raffinata sartorialità degli abiti di Ermanno Scervino.
La maglia fatta a mano in trama grezza e la gonna di seta (in copertina) s'incontrano sensibilmente rompendo le regole della sera e con un effetto finale da mozzafiato, definendo abbinamento di colori sofisticato e ultra-chic e combinando texture differenti conferendo, nell'insieme, un'iper-femminilità raffinata e senza tempo, disegnando la sua donna come un ricamo prezioso avvolto in una meravigliosa gonna di chiffon che evoca un azzardato Sari dell'India.

Il completo bianco in rete (3), con quel favoloso effetto see-through, evoca un abito couture dall'aspetto  grintoso, con definizioni geometriche ma morbide al contempo, donando brio ad un completo altrimenti già visto ed evidenziando l'altissima precisione sartoriale tipica di Scervino. Il completo  ci regala grafismi di rete e di pizzo di cotone con intrecci legati ad  uno stile dove i volumi sono essenziali e sartorialmente costruiti.
Il primo vestitino elegante in chiffon con un motivo a stampa vicky (i mini quadretti per intenderci!) e che evocano la trama a rete, è di Marc Jacobs (1) ed è assoluto status-symbol di una donna fresca e giovane che vuole farsi portatrice di  un'eleganza sbarazzina e sportiva. Marc Jacobs è uno stilista molto amato dalle donne, dagli uomini ma soprattutto dai colleghi e  non è un caso se è alla direzione artistica di Louis Vuitton dal 1997 e adesso pare che sia corteggiato anche da Christian Dior che lo vuole alla poltrona vuota lasciata da John Galliano. Staremo a vedere cosa accadrà, intanto vediamo in questo abito una donna  glamour e determinata che ama giocare con la moda e personalizzarla con il suo carattere, mai offuscato dalle creazioni di Jacobs, anzi sembra quasi che i suoi abiti diventino una perfetta estensione del carattere giovane ed irriverente della donna che ama vestire Jacobs.
ma abbiamo anche abiti i

L'abito bianco a trama fittissima è di Chanel (2); una sottilissima riga nera su sfondo bianco forma angoli retti e quadrati che attraversano la giacca corta in vita e la gonna ampia creando un gioco di deliziosi grafismi.
Le linee sono tradizionali e sobrie ma con un velato accenno di couture che non sfugge sicuramente ad un occhio attento. Sobrietà ed eleganza le linee guida per un abito che non può mancare nel guardaroba di una vera lady e che regalano quella particolare allure sporty-chic che ha reso la Maison famosa in tutto il mondo.

La sensualità non ostentata e naturale che emana l'abito della linea Haute Couture  Armani Privè (4) è unica e ti entra dentro silenziosamente fino a penetrarti nell'anima e fino a farti sentire le pulsazioni di questo silenzioso e raffinato Sex appeal.
Solo Re Giorgio donare ad un semplice tailleur un taglio così sofisticato e ricercato da risultare semplice ma allo stesso tempo altamente ricercato.
La silhouette è decisa: i tagli a spirale avvolgono la figura e rivelano sensuali dettagli del corpo attraverso la canotta in micro-rete che dona quel qualcosa in più che solo Armani ci poteva regalare.
L'abito in tessuto e materiale cangiante, è di pregiata qualità e lavorato con una cura artigianale tipica del Made in Italy: il risultato ottenuto da Re Giorgio  è un abito scolpito come scultura che rende onore al genio sartoriale di casa nostra.

Il completo gonna e top in rete di Aquascutum (5) sono in classico brit streetstyle. La donna Aquascutum rimane fedele alla filosofia del brand che la vuole giovane, fresca e resa moderna da nuove proporzioni e manufatti tecnici.
La gonna a portafoglio è semplice, chic, dal taglio perfetto e abbraccia tutti i capisaldi classici di un guardaroba moderno; il top in rete conferisce al completo un'elegante malizia. I colori neutri del nude e del nero si combinano perfettamente creando un look minimal chic e donando rigorosità e femminilità che, ammettiamolo, non e' facile combinare; le scarpe basse stringate completano l'outfit  come la ciliegina sulla torta.

Le scarpe di Christian Louboutin (6), con la zeppa dal design avantgarde sono un must di questa primanera-estate 2012 per tutte le amanti della moda  più glamour e stravagante!
Questa zeppa racchiude una grande attenzione al dettaglio e qualità uniti ad una grande passione per il design che ormai è parte integrante dello stile  sensuale e stravagante di Christian "the Wizard" Louby.
Questa creazione, che ricorda un piede avvolto in una rete, è fashion, chic e ti entra nel cervello e nel cuore fino a diventare una piacevole ossessione da avere assolutamente ai piedi....

La borsa color Canna di fucile dal motivo traforato è di Coccinelle (9); la borsa ha un design essenziale e i manici di cuoio intrecciato sono attenti dettagli studiati in modo artigianale. I trafori strategici rendono il materiale estremamente leggero e conferiscono all'accessorio un allure di lusso rilassato. Adorabile il contrasto lucido-opaco tra i manici e il corpo della borsa.
La primavera estate 2012 firmata da Paolo Gerani per Iceberg  (7) è una collezione iperfemminile che rende omaggio alla sensualità della Valentina di Crepax; infatti questi sandali super glam e dall'aria vagamente bondage sono grintosi e sensuali e ben me li immagino ai piedi della sexy Valentina. La donna che indossa questi sandali a rete è molto chic, glamour e tosta, insomma decisamente all'altezza di ogni aspettativa!
La borsa in raso nero e rete in pelle laminata oro e' di Moschino (10) che realizza da sempre collezioni uniche ed eleganti adatte alle esigenze di ogni donna. Questa borsa è un sogno; la rete in oro un dettaglio di alta classe e i suoi bagliori caldi donano sensualità ad un accessorio che è quasi impossibile rendere tale.
La rete in oro è perfetta, è il colore per i momenti importanti e le occasioni speciali e arricchisce il raso nero della borsa; insomma suggerisce che in fondo "Luxury is relative".

Gli stivali a rete (8) e la borsa (11) sono di Baldinini che re-interpreta l'evoluzione di un gusto senza confini, ri-visita le origini degli stili e ri-disegna le scarpe con eleganza fuoriclasse che seduce.
Gli stivali, trafori di pelle su tecnostrutture a rete sono impreziositi da incrostazioni swarovski come cristalli di rocca e me li immagino ai piedi di una bellissima dea greca che vuole conquistare il suo amante terrestre.
La borsa a secchiello sembra una rete che avvolge uno snake come un favoloso animale esotico da passeggio.

THE LOOK OF THE WEEK

Parlando di plisse' mi viene subito in mente il famoso vestito bianco di Marylin Monroe, entrato nella storia del cinema per la celebre scena in cui un colpo d'aria che sale all'improvviso dalle grate della metropolitana, lo solleva lasciando la bionda diva di Hollywood a gambe scoperte... Ed è subito storia, così come storia è il plissè.
L'arte della plissettatura è un'arte antica e utilizzata da millenni; già per gli antichi egizi i vestiti plissettati erano considerati abiti pregiati, come dimostrano gli affreschi dei faraoni ritrovati nella valle dei re. Attraverso reperti e manoscritti conosciamo l'evoluzione della moda che caratterizzò il mondo egizio a partire dal Nuovo Regno (1552-1070 a.C. rca).  Ciò che caratterizza l'abito femminile è senza dubbio la plissettatura; "la gonna rigorosamente lunga per le donne è semitrasparente con un ampia svasatura sovrapposta da un altro gonnellino di stoffa più pesante che cade sopra il ginocchio anch'esso fittamente pieghettato". Il tessuto era principalmente lino e veniva impiegato con appositi  strumenti in legno e grazie all' azione dell'acqua e del sole creavano la pieghettatura a fisarmonica.
 Mariano Fortuny, che brevettò il proprio plissé nel 1909,  prese ispirazione dall'arte classica creando la tunica Delphos, e fu stilista per personaggi importanti quali Isadora Duncan, Eleonora Duse, Sarah Bernhardt, Peggy Guggenheim etc. Infine nella storia dell'alta moda altri due stilisti hanno dato il proprio nome a tipi di plissettatura, Madame Grés e Issey Miyake, la cui tecniche sono considerate uniche al mondo. Roberto Cappucci è stato un  mago di questa tecnica, creando abiti che sono stati esemplari di bellezza e perfezione, tanto da comparire in mostre e musei.
L'immagine delle gonne a pieghe rievoca un'immagine retrò che ritorna nelle collezioni della nuova stagione per un look anni cinquanta rivisitato e più sofisticato.  L'abito plissè è immortale come un paio di blue jeans e si fa portatore di una classicità che non passa mai di moda.
Il plissè, fonte di ispirazione per gli stilisti e visione d'incanto per noi donne,  e' un'arte che non conosce tempo, utilizzata da sempre e amata profondamente dalle ladies bon ton è un po' come un mondo antico dalla vena romantica portato sulle passerelle.

La prossima primavera-estate non farà certo sentire la mancanza di questo ritorno alla borghese eleganza, tante infatti le comparse sulle passerelle, fluttuanti,femminili e romantiche per eccellenza come l'abito in copertina che ha sfilato sulla passerella di Laura Biagiotti.
Personalmente trovo il plissè molto raffinato, femminile e delicato, specie nei colori chiari e neutri che hanno la capacita' di rendere bon ton qualsiasi abito.
La proposta di Biagiotti e' un trionfo di romanticismo e velata sensualita' e rappresenta la borghese eleganza tanto amata dalla stilista di casa nostra che con grande maestria e sartorialita' rende maestoso anche l'abito piu' semplice.
L'abito grigio di Alessia Crea (1) e'  leggero e lascia libero il corpo nel movimento unendo eleganza e comfort; e' una meraviglia di essenziale eleganza e di pura femminilita', le linee sono semplici ma d'effetto e colpiscono nel segno regalandoci un abito dalle linee geometriche ed essenziali che risultano nel contempo raffinate e sensuali grazie alle timide trasparenze che gli conferiscono grande classe. La designer Alessia Crea, nel 2010 ha vinto Next Generation, concorso rivolto ai designer under 30 e promosso dalla Camera Nazionale della Moda in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, e' sicuramente da tenere d'occhio perche' un talento come il suo non puo' che regalare grandi soddisfazioni. Le sue armi? Talento e tenacia unite ad una forte tradizione.
L'abito in plisse' e' sicuramente un tripudio di perbenismo borghese di cui si fa portatore il brand Chloe' che con le sue propose (2 e 6) esalta il dettaglio sartoriale che diventa cosi' escamotage per riadattare linee retro' rendendole moderne e mai noiose. Lo stile della donna Chloè è molto chic, ma con una nuova consapevolezza moderna che  incarna un nuovo concetto di stile romantico. I capi fluttuano leggeri e regalano alla donna che li indossa  una sensualità impalpabile e aerea, tipica dell'inconfondibile fascino francese.
L'abito nero di Krizia e' un trionfo di forma architettonica, perché il plissé non è solo perbenismo, ma l'unione perfetta di controllo ed energia. Un contrasto contemporaneo che rimanda a certe silhouette degli anni '50, quando Christian Dior con il suo New Look faceva la felicità delle signore, che dopo le austerità della guerra avevano voglia di frivolezza e spensieratezza. Quest'abito e' un creazione storica, un trionfo di pieghe e forma, unione di estro e artigiana manualita', di grazia e compostezza.
Il minidress di Roberto Cavalli (4) e' un trionfo di pieghe che danzano in morbide onde, un tripudio di maestosa eleganza evidenziata  dalla preziosita' barocca delle stampe e dei ricami.
L'incontro tra la linearità e la perfezione dell'abito di ispirazione Bauhaus e lo sfarzo barocco determina la silhouette della collezione che vede la donna di Cavalli sensuale, sontuosa e speciale.
Il vestito corto in seta con stampa floreale rivela fotogrammi di una stampa d'oro che rende la sera estremamente preziosa.
L'abito lungo (5) e' del brand tutto Made in Italy Au jour le jour ideato da Mirko Fontana e Diego Marquez che creano un abito versatile, dinamico e bon ton dai dettagli minimali senza tempo. La nuance vivida in forte contrasto col top nero, conferisce personalita', freschezza e contemporaneita' ad un abito altrimenti troppo semplice. La donna di Au jour le jour e' ironica e applica le nuove tendenze alla propria personalità, giocando con la moda senza prendersi troppo sul serio ma risultando cool in ogni momento della giornata.
E' quindi palese che moltissimi stilisti hanno ripreso e inserito nelle loro collezioni quest'arte antica chiamata plisse', creando un nuovo trend per l'estate 2012, ma cio' non stupisce affatto viste le ultime tendenze che volgono lo sguardo verso una donna retro' e iper femminile.
Gli stilisti di oggi ritornano a celebrare la classicita' che regala stile ad una donna di classe moderna ma fortemente attaccata alle tradizioni senza sembrare antica perche', come disse Yves Saint Laurent, un ottimo modello può proporsi alla moda anche per dieci anni e nel caso del plissè non c'è limite di tempo.

domenica 4 marzo 2012

THE LOOK OF THE WEEK

C'è chi sostiene che la luce e i colori possano aiutarci a scoprire molti aspetti della nostra interiorità e che il colore è l'essenza di ogni cosa visibile e anche non visibile al nostro sguardo.
La luce ed i colori dei luoghi in cui viviamo e che viviamo ogni giorno determinano il nostro stato di benessere o di malessere e la nostra energia nell'affrontare la vita ed il quotidiano. Insomma sembra proprio che la scelta di un colore ci condizioni in maniera intima ed inconscia e che la scelta di un determinato colore abbia significati molto più profondi che vanno al di là del semplice gusto.
Il colore nasce dalla luce ed essa influisce sia sullo stato d'animo che sul fisico. La percezione del colore varia a seconda del luogo in cui si vive, della sua natura e cultura; il colore è strettamente legato all'ambiente circostante.
Per esempio gli esquimesi riescono a vedere la differenza tra decine e decine di variazioni nascoste nel ghiaccio e nella neve che li circonda; variazioni d'altronde impercettibili ad altre popolazioni.
Noi viviamo immersi nel colore e spesso non ci rendiamo neanche conto dell'influenza che ha sui nostri stati emotivi e sulle nostre azioni. Il colore è una forma di energia che si sviluppa in tutti i livelli del nostro essere: fisico, mentale, emozionale e spirituale. Il colore viene letteralmente "indossato" attraverso la scelta inconscia di indumenti che emanano determinate sensazioni a seconda dell'umore e dello stato d'animo. Indossare dei capi dai toni caldi ci aiuterà durante le giornate faticose, quando bisogna affrontare delle prove che necessitano di energie. Potremo indossare dei toni freddi quando ci accingiamo a trascorrere delle giornate rilassanti.
L'azione dei colori sull'uomo, sia a livello fisico che psicologico è ormai riconosciuta e la sua efficacia varia a seconda di come affrontiamo o vogliamo affrontare la nostra vita.
Nella mia professione di consulente d'immagine, i colori hanno un' importanza fondamentale; racchiudono un potere tale da poter essere applicati in favore di tecniche di camouflage per nascondere difetti e per esaltare la luce naturale che i sottotoni della nostra pelle già possiedono naturalmente ma che, indossando i colori sbagliati, spesso mortifichiamo. Pensiamo ai colori del make-up viso e a come possono modificare l'espressione di un occhio o la fisionomia di una bocca e di quanto possano dare al viso in termini di  lucentezza, freschezza e giovinezza. Lo stesso vale per la pelle: parliamo di pelle spenta, opaca, poco luminosa quando manca quel colore roseo o ambrato tipico del derma in condizioni ottimale.
Per tutti questi motivi, o anche solo per una divertene curiosità, è importante conoscere il significato e la simbologia dei colori più usati soprattutto nell'abbigliamento.
Il bianco è uno dei colori tipici della stagione estiva, è un colore virginale, puro, immacolato e contiene in se tutti gli altri colori, simboleggindone quindi la totalità. É il colore adatto per un nuovo inizio, come una soglia di passaggio verso qualcosa di nuovo o un nuovo inizio. Mi viene subito in mente l'abito bianco della sposa o al bianco funerario delle culture orientali. Non a caso, nel film Matrix, viene usato come sfondo neutro della stanza dove si equipaggiano prima di entrare in Matrix. E' infatti la stanza di accesso, dove ci si prepara ad una nuova realtà.
È considerato il colore della perfezione ed è associato alla bontà, la purezza e la verginità. Si usa il bianco per suggerire la pura semplicità che, da sempre, è considerata sinonimo assoluto di eleganza.
È il colore del silenzio e del freddo e nella tradizione orientale rappresenta il settimo chakra; è ottimo per i creativi, in quanto permette di trovare l'ispirazione e realizzare la presa di coscienza. Il bianco assorbe il colore e rimanda il calore, dà volume e corposità.
Nei sogni il colore bianco tende a sottolineare ed indicare le fasi di passaggio, il cambiamento, la tendenza verso l'alto, l'innocenza, la semplicità. Non a caso anche quest'inverno il total white era considerato must have assoluto. Mi viene da pensare che i nostri amati designers abbiano volutamente scelto questo colore in un momento di crisi economica mondiale come questo, quasi volessero farci sperare e sognare in una nuova rinascita, un passaggio momentaneo da un momento di crisi ad un migliore, perché signore mie la moda è fatta anche per questo: per far sognare e regalare nuovi sogni e nuove speranze fosse anche solo con un meraviglioso abito che non scorderemo mai.
E allora quest'estate via a libera a tutti i capi e accessori bianchi con una sola accortezza per le donne dai colori del viso caldi (occhi azzurri, verdi, nocciola, con pagliuzze dorate) e pelle ambrata: per i capi della parte superiore del corpo è meglio usare uno scollo profondo per non far battere il colore direttamente sul viso. Quindi è meglio evitare occhiali e bjoux al collo di questo colore. È invece perfetto il total look bianco per le altre tipologie (tipicamente fredde).
Che meraviglia l'abito trench in seta bianca di Chicca Lualdi Bee Queen, l'ape regina, che da sempre si fa portatrice di uno stile minimal e lineare che trasmette un approccio contemporaneo e sofisticato. Le linee pure e nette giocano con stoffe dai profumi preziosi e dalla texture pulita.
La sartoriale geometria dei suoi abiti si fa tutt'uno con giochi di fusione di materia, di trasparenze e pieni, dove l'organza diventa la base per sapienti giochi di sartorialità attraverso l' applicazione di elementi tutti cuciti a mano. La sua femminilità sussurrata e moderna è minuziosamente studiata per avere praticità e portabilità che emozionano fino in fondo all'anima.
Il pantalone e top di Gianfranco Ferrè (1) ci regalano una sbirciatina all'antica maestria del compianto Maestro che ha portato la donna ad essere donna fino all'ultimo drappeggio. Il tutto sapientemente rivisitato con gli occhi di una nuova donna, libera, sensuale e determinata. L'immagine che ne viene fuori si ispira ad un principio di leggerezza assoluta che trasforma l'essenza sartoriale e la linea geometrica in una dimensione ad alto potenziale di fascino e seduzione.
L'impatto è assolutamente diverso, moderno, decisamente esuberante;
I volumi, puliti e grafici, disegnano linee valorizzate sul punto vita da cinture di pelle o fasce di metallo lucido. Tagli asimmetrici e scollature profonde scoprono sensualmente la pelle del corpo consolidando così l'immagine della nuova donna di ferrè: sexy, sicura di sé e dalla classe innata.
Il mini abitino di Alexis Mabille (2) che, se non era ancora chiaro, è tra  i miei favoriti in assoluto, è maliziosamente semplice ed ha quel giusto equilibrio tra sensualità e candore, vuoi per il colore bianco, vuoi per il tessuto che ricorda gli abitini estivi di quando eravamo bambine. Non a caso ciò che contraddistingue Mabille è appunto l'unione tra la tradizione e  il sex appeal che unendosi riflettono l'energia di una nuova vibrante eleganza. La donna di Mabille ama flirtare ed è sicura di se tanto da essere dannatamente sexy anche con un mini abitino da bambina innocente....che poi tanto innocente non è.
I mini shorts con camicia a rete sono di Ermanno Scervino (3) e ben denotano lo spirito "sport couture" per il quale Scervino è famoso... Eh già, la sua tecnica sartoriale applicata ad abiti street-style seduce al primo sguardo. Questo completo rappresenta la sua idea su ciò che le donne dovrebbero indossare: "Le donne non devono essere vittime dei loro abiti" e quindi ecco a voi che ci propone uno degli outfit più comodi per l'estate: gli shorts....più comode e sexy di così! Un'eleganza che lui stesso definisce "rock couture, un po' Kate Moss, un po' Angelina Jolie, la donna di Scervino è scontrosa e non esita a fare sfacciati abbinamenti, con lussuoso sfasamento.
L'abito di Laura Biagiotti (4) è l'apoteosi dello stile chic, elegante e bon ton! La moda Biagiotti è un incantesimo per le donne alla ricerca di un'eleganza individuale; l'abito evoca una femminilità contemporanea, che interpreta abiti classici donandogli una nuova allure. Le linee pulite e la fluidità di questo abito racchiudono tutta l'eleganza di una donna romantica e concreta che non ama troppi fronzoli e che possiede la consapevolezza di ciò che le serve per farsi notare in maniera sussurrata e mai sfacciata.
Le pump di YSL (5) sono l'accessorio perfetto per un outfit total white. Rappresentano la filosofia di un brand che si fa portatore di una coscienza borghese attraverso i classici codici di una sofisticata eleganza. I principi della vecchia scuola di Saint Laurent sono catapultati nel presente con precisione e modernità instancabili che asseriscono l'indipendenza e la libertà di scelta, che onorano lo stile sopra ogni immaginazione, che portano la donna ad essere pura bellezza portatrice di altrettanta bellezza.
La borsa, la mitica boy, e l'ultimo abito sono di Chanel (6 e 7). La borsa, che si può indossare sia a tracolla che a mano, da quest'inverno ha spopolato e tutte noi ne siamo innamorate; ha quel sapore retrò e minimal che rendono questa borsa un'opera d'arte artigiana.
L'abito con meravigliosi riflessi cangianti e perlacei portano in scena una sirena moderna e modaiola. Karl Lagerfel mixa sapientemente sottili grafismi geometrici, silhouette tradizionali, capi scultorei e lavorazioni ricercati in una collezione che racconta il mare, la sua schiuma, le sue conchiglie e i suoi pesci in un universo magico senza tempo e senza luogo. La silhouette è giovane e leggera, le gambe lunghe e affusolate fanno capolino attraverso trasparenze morbide e madreperlate, e il risultato è un abito dai volumi leggeri e dai ricami luccicanti, che regalano un'eleganza senza pretese.... Come Madame Coco avrebbe voluto!