sabato 17 marzo 2012

THE LOOK OF THE WEEK

Fittissima o a maglie larghe, la rete è la trama della prossima stagione. Prestandosi  a sensuali effetti del vedo- non vedo e a rigide strutture,  la rete è una sicurezza, in passerella come in strada.
I primi esemplari di maglia metallica risalgono ai tempi dei Celti, ma venne adottata in seguito anche dai romani. I primi ritrovamenti risalgono al IV sec a.C. nella nave Hjortspring in Danimarca, che conteneva molti frammenti di maglie di ferro.
Nei primi secoli del Medioevo compare la prima maglia a rete: l'usbergo, una lunga tunica molto resistente che proteggeva gambe e altre parti del corpo e che quindi faceva parte dell'armatura da combattimento. La maglia a rete veniva usata anche dai leggendari cavalieri templari in funzione dei viaggi e delle minacce di guerra con i Musulmani.
Da queste lavorazioni di maglie di ferro derivarono i primi lavori a maglia che, se vogliamo, sono i primi esempi di lavoro in trama a rete. Uno dei primi esempi conosciuti di lavoro a maglia sono state delle  calze di cotone trovate in Egitto alla fine del primo millennio.
La tessitura a rete che trae spunto dalle lavorazioni a maglia, è conosciuta anche con il nome di filet ed è fra i lavori più antichi e più diffusi; la sua origine non può essere fissata con sicurezza e molto probabilmente la sua esecuzione è stata ricavata dalla rete da pesca.
La rete era originariamente opera maschile e veniva realizzata a fili liberi annodati attraverso l'impiego di un lungo ago di legno a doppia cruna aperta, chiamato mòdano. In questo modo i pescatori confezionavano e rammendavano quotidianamente le reti per la pesca. Questa tecnica si è andata perfezionando nei secoli sino a raggiungere ricami artistici applicati all'arte della lavorazione fatta a mano dell'abbigliamento femminile e che fa parte da allora della storia della moda.
Il merletto a filet, che in francese significa rete, è diventato dunque un merletto all'uncinetto, molto più semplice e veloce da realizzare rispetto alla tecnica antica. La struttura di questo fondo a maglie quadrate ebbe origine nel XVI secolo e si è ben radicata nel nostro paese, specialmente in Toscana dove la Contessa Spalletti fondò, nel 1897, una scuola di filet dove, dopo due anni, risultavano iscritte circa quattrocento donne.
A Parigi, nel 1527, ebbe inizio la commercializzazione dei lavori a maglia grazie all'invenzione della macchina da maglieria. Da allora prese piede sempre di più il lavoro a maglia, come forma di socializzazione tra le donne.
Ogni ricamo, tessuto o lavorazione del nostro abbigliamento moderno, ha dietro una meravigliosa storia che parla di noi e delle nostre tradizioni che, col tempo, sono diventate parte della storia della moda e del nostro costume.

Ecco quindi un magnifico esempio di artigianalità applicata alle tradizioni della più raffinata sartorialità degli abiti di Ermanno Scervino.
La maglia fatta a mano in trama grezza e la gonna di seta (in copertina) s'incontrano sensibilmente rompendo le regole della sera e con un effetto finale da mozzafiato, definendo abbinamento di colori sofisticato e ultra-chic e combinando texture differenti conferendo, nell'insieme, un'iper-femminilità raffinata e senza tempo, disegnando la sua donna come un ricamo prezioso avvolto in una meravigliosa gonna di chiffon che evoca un azzardato Sari dell'India.

Il completo bianco in rete (3), con quel favoloso effetto see-through, evoca un abito couture dall'aspetto  grintoso, con definizioni geometriche ma morbide al contempo, donando brio ad un completo altrimenti già visto ed evidenziando l'altissima precisione sartoriale tipica di Scervino. Il completo  ci regala grafismi di rete e di pizzo di cotone con intrecci legati ad  uno stile dove i volumi sono essenziali e sartorialmente costruiti.
Il primo vestitino elegante in chiffon con un motivo a stampa vicky (i mini quadretti per intenderci!) e che evocano la trama a rete, è di Marc Jacobs (1) ed è assoluto status-symbol di una donna fresca e giovane che vuole farsi portatrice di  un'eleganza sbarazzina e sportiva. Marc Jacobs è uno stilista molto amato dalle donne, dagli uomini ma soprattutto dai colleghi e  non è un caso se è alla direzione artistica di Louis Vuitton dal 1997 e adesso pare che sia corteggiato anche da Christian Dior che lo vuole alla poltrona vuota lasciata da John Galliano. Staremo a vedere cosa accadrà, intanto vediamo in questo abito una donna  glamour e determinata che ama giocare con la moda e personalizzarla con il suo carattere, mai offuscato dalle creazioni di Jacobs, anzi sembra quasi che i suoi abiti diventino una perfetta estensione del carattere giovane ed irriverente della donna che ama vestire Jacobs.
ma abbiamo anche abiti i

L'abito bianco a trama fittissima è di Chanel (2); una sottilissima riga nera su sfondo bianco forma angoli retti e quadrati che attraversano la giacca corta in vita e la gonna ampia creando un gioco di deliziosi grafismi.
Le linee sono tradizionali e sobrie ma con un velato accenno di couture che non sfugge sicuramente ad un occhio attento. Sobrietà ed eleganza le linee guida per un abito che non può mancare nel guardaroba di una vera lady e che regalano quella particolare allure sporty-chic che ha reso la Maison famosa in tutto il mondo.

La sensualità non ostentata e naturale che emana l'abito della linea Haute Couture  Armani Privè (4) è unica e ti entra dentro silenziosamente fino a penetrarti nell'anima e fino a farti sentire le pulsazioni di questo silenzioso e raffinato Sex appeal.
Solo Re Giorgio donare ad un semplice tailleur un taglio così sofisticato e ricercato da risultare semplice ma allo stesso tempo altamente ricercato.
La silhouette è decisa: i tagli a spirale avvolgono la figura e rivelano sensuali dettagli del corpo attraverso la canotta in micro-rete che dona quel qualcosa in più che solo Armani ci poteva regalare.
L'abito in tessuto e materiale cangiante, è di pregiata qualità e lavorato con una cura artigianale tipica del Made in Italy: il risultato ottenuto da Re Giorgio  è un abito scolpito come scultura che rende onore al genio sartoriale di casa nostra.

Il completo gonna e top in rete di Aquascutum (5) sono in classico brit streetstyle. La donna Aquascutum rimane fedele alla filosofia del brand che la vuole giovane, fresca e resa moderna da nuove proporzioni e manufatti tecnici.
La gonna a portafoglio è semplice, chic, dal taglio perfetto e abbraccia tutti i capisaldi classici di un guardaroba moderno; il top in rete conferisce al completo un'elegante malizia. I colori neutri del nude e del nero si combinano perfettamente creando un look minimal chic e donando rigorosità e femminilità che, ammettiamolo, non e' facile combinare; le scarpe basse stringate completano l'outfit  come la ciliegina sulla torta.

Le scarpe di Christian Louboutin (6), con la zeppa dal design avantgarde sono un must di questa primanera-estate 2012 per tutte le amanti della moda  più glamour e stravagante!
Questa zeppa racchiude una grande attenzione al dettaglio e qualità uniti ad una grande passione per il design che ormai è parte integrante dello stile  sensuale e stravagante di Christian "the Wizard" Louby.
Questa creazione, che ricorda un piede avvolto in una rete, è fashion, chic e ti entra nel cervello e nel cuore fino a diventare una piacevole ossessione da avere assolutamente ai piedi....

La borsa color Canna di fucile dal motivo traforato è di Coccinelle (9); la borsa ha un design essenziale e i manici di cuoio intrecciato sono attenti dettagli studiati in modo artigianale. I trafori strategici rendono il materiale estremamente leggero e conferiscono all'accessorio un allure di lusso rilassato. Adorabile il contrasto lucido-opaco tra i manici e il corpo della borsa.
La primavera estate 2012 firmata da Paolo Gerani per Iceberg  (7) è una collezione iperfemminile che rende omaggio alla sensualità della Valentina di Crepax; infatti questi sandali super glam e dall'aria vagamente bondage sono grintosi e sensuali e ben me li immagino ai piedi della sexy Valentina. La donna che indossa questi sandali a rete è molto chic, glamour e tosta, insomma decisamente all'altezza di ogni aspettativa!
La borsa in raso nero e rete in pelle laminata oro e' di Moschino (10) che realizza da sempre collezioni uniche ed eleganti adatte alle esigenze di ogni donna. Questa borsa è un sogno; la rete in oro un dettaglio di alta classe e i suoi bagliori caldi donano sensualità ad un accessorio che è quasi impossibile rendere tale.
La rete in oro è perfetta, è il colore per i momenti importanti e le occasioni speciali e arricchisce il raso nero della borsa; insomma suggerisce che in fondo "Luxury is relative".

Gli stivali a rete (8) e la borsa (11) sono di Baldinini che re-interpreta l'evoluzione di un gusto senza confini, ri-visita le origini degli stili e ri-disegna le scarpe con eleganza fuoriclasse che seduce.
Gli stivali, trafori di pelle su tecnostrutture a rete sono impreziositi da incrostazioni swarovski come cristalli di rocca e me li immagino ai piedi di una bellissima dea greca che vuole conquistare il suo amante terrestre.
La borsa a secchiello sembra una rete che avvolge uno snake come un favoloso animale esotico da passeggio.

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